Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI
Non è che la Colombia goda di buona fama: quando se ne parla è quasi sempre per denunciare gravi fatti di sangue legati alla droga o alle infinite tensioni politiche e sociali. Infatti non a caso questo vasto paese sudamericano, grande quasi quattro volte l’Italia, detiene il primato mondiale della produzione e della commercializzazione di droghe (l’unico a trattare contemporaneamente marijuana, cocaina ed eroina) e vive da sempre – pur potendo vantare i governi più stabili e duraturi del continente - un perenne conflitto intestino tra le diverse forze politiche, l’esercito, la polizia, la guerriglia marxista e gli squadroni paramilitari della morte legati ai potenti cartelli del narcotraffico, risultando una delle nazioni con i più elevati indici di criminalità. Parametri purtroppo capaci di far passare in second’ordine il fatto di trattarsi di uno dei luoghi più belli e interessanti, più vari ambientalmente e più ricchi di biodiversità di tutto il continente, influendo in negativo sul suo elevato potenziale turistico, anche se ben difficilmente i turisti riescono ad entrare in contatto con simili realtà. Ubicato sull’Equatore nell’estremo nord ovest dell’America meridionale, confina ad est con Venezuela e Brasile, a sud con Equador e Perù, a nord-ovest con Panama, mentre si affaccia a nord sul mar dei Carabi e ad ovest sul Pacifico; la striscia del Panama ha sempre costituito il punto di transito e di collegamento tra i due subcontinenti americani.
A nord ovest presenta l’inizio dell’imponente catena delle Ande, suddivisa in tre tronconi paralleli con ampi altopiani a 2-3.000 m e vette e vulcani alti 4-5.000 m, mentre l’oriente offre pianure, savane e foreste tropicali poco abitate; la Sierra Nevada sul Caribe costituisce la catena costiera più alta del mondo, con il Picco Colon a 5.770 m. L’estrema varietà ambientale determina un clima assai mutevole e la frammentazione in habitat piuttosto diversi (montagne, ghiacciai, coltivi, praterie, foreste, giungle, savane, deserti e grandi fiumi amazzonici) con una delle maggiori biodiversità del pianeta, il più elevato numero di specie animali e vegetali in proporzione al territorio, il primato assoluto di uccelli (più di Europa e Nord America assieme) e 20 mila specie di orchidee, il fiore nazionale. Protetto il 9 % del territorio, con 33 parchi, 11 riserve e 5 siti Unesco. Un patrimonio naturale che pochi altri possono vantare. Grazie alla sua storia, piuttosto varia risulta anche la composizione dei suoi 46 milioni di abitanti: 47 % di meticci, 23 mulatti, 20 bianchi, 6 neri e soltanto 3 di amerindi puri; ad unirli la comune lingua spagnola e la religione cattolica. Il 75 % vive urbanizzato, con sei città oltre il milione di abitanti. Il mosaico di etnie e l’intreccio di culture diverse – gli indios precolombiani, i coloni spagnoli, gli schiavi africani – riverberano ancora oggi i loro positivi effetti su cucina, musica, folclore, arte e artigianato, facendone un paese culturalmente evoluto che trova le sue massime espressioni negli scritti di Gabriel Garcia Marquez e nelle immagini di Fernando Botero.
La storia qui parte da lontano. Per la sua posizione di tramite intercontinentale tra Mesoamerica, Caraibi, Ande e Amazzonia, quando i conquistadores vi sbarcarono dal Caribe nel 1499, dedicandola al nome dell’ammiraglio Colombo, vi trovarono prospere civiltà abili nel lavorare la ceramica, l’oro e gli smeraldi. Dai sacerdoti ricoperti di polvere d’oro durante le cerimonie nacque la nefasta leggenda dell’ Eldorado, o meglio del principe dorato, capace di sconquassare tutta l’America latina alla ricerca di ricchezze favolose. Colonia spagnola fino al 1819, poi indipendente grazie all’opera del Libertador Simon Bolivar, formò con Venezuela, Equador e Panamà la Gran Colombia, federazione però di breve durata. Da allora conflitti intestini politici e sociali, dovuti anche ad enormi sperequazioni ed a metà della popolazione sotto la soglia di povertà, hanno accompagnato la Colombia fino ai giorni nostri, tra i maggiori produttori al mondo di caffè, smeraldi e carbone, ma anche di marijuana e cocaina. Un possibile itinerario non può che partire da Bogotà, la bella capitale costruita nel 1538 a 2.650 m di quota sulla Cordigliera Orientale, con il suo quartiere storico centrale ricco di edifici di epoca coloniale; da non perdere il Museo dell’Oro, unico nel suo genere al mondo, con una raccolta di 34 mila pezzi aurei antichi e 20 mila in pietra, ceramica e pietre preziose, una salita al panoramico santuario di Monserrate, con vista su città e Ande, e alla singolare Cattedrale del Sale di Zapaquira scavata entro una miniera di salgemma. In volo si raggiunge Neiva per visitare il parco archeologico di San Agustin, il più vasto e straordinario centro cerimoniale precolombiano del Sudamerica protetto dall’Unesco, disseminato di enormi statue in pietra antropomorfe e zoomorfe, sarcofagi, tombe e sculture policrome, un museo all’aperto in un suggestivo contesto ambientale tra montagne, giungla, canyon e cascate.
Si prosegue attraverso la Cordigliera centrale per Tierradentro, altro importante sito archeologico con grandi tombe e ipogei funerari decorati, ancora abitato da una comunità india. Dopo la città bianca coloniale di Popayan e il parco nazionale di Purace, formato da vulcani spenti, lagune, cascate, fonti sulfuree e varie specie di flora e fauna endemiche, si arriva sulla costa caraibica a Cartagena, gioiello d’epoca coloniale racchiusa entro mura del XVI sec. e protetta dall’Unesco, circondata da candide spiagge e da isole coralline.
L’operatore milanese “Adenium – Soluzioni di viaggio” (tel. 02 69 97 351, www.adeniumtravel.it), specializzato in turismo culturale, propone in Colombia dal 9 al 20 marzo 2012 un itinerario guidato di 12 giorni dedicato alle principali località turistiche. Partenze con voli di linea da Milano e Roma.